L’ambizioso. (1)

 

(È stata introdotta una nuova categoria: Personaggi. Si incomincia con L’ambizioso e via, via ne seguiranno altri. Ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale.)

L’età è indefinita, tra cinquanta e sessanta con qualche possibilità che ne possa avere anche tra quaranta e cinquanta. I capelli sono radi e non coprono l’intero capo, lasciano  zone scoperte, specie al centro. Sono pettinati (?) in modo informale tanto da rendere quelle zone poco vistose, coperte da ciuffi. Sono ancora scuri e questa ambiguità: pochi, ma scuri è ciò che rende l’età indefinita. Tiene l’aula con un permanente sorriso beffardo, è sicuro di sé, e sicuro che gli altri siano molto meno intelligenti. Così poco intelligenti che non capiscono fino in fondo quanto lui sia più intelligente. Simula un modo arrogante di rivolgersi agli altri, ma si capisce che la cosa gli viene bene, perché nascondendosi nella simulazione riesce a essere davvero se stesso. È consapevole che non gli sarebbe consentito di essere arrogante e così gioca a farlo, con il vantaggio che gli altri neppure protestano. È divorato dalla ambizione, sente che il tempo passa (ha un’età tra i quaranta e i sessanta!) e teme di non fare in tempo. Veste con abiti grigi o blu inchiostro, camicie azzurre e cravatte tinta unità: arancio, rosso, senape. È un uomo corpulento e la cravatta si adagia sullo stomaco voluminoso che lo fa sembrare un uomo tra i cinquanta e i sessanta. Si dice che abbia mandato una mail ai suoi colleghi perché lo sostengano nel suo tentativo di fare carriera. È convinto che gli sia dovuto, che la familiarità, ostentata con la finta arroganza, gli dia diritto a stare davanti a tutti.

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