EPTACAIDECAFOBIA

 

Nessuno tra i venti partecipanti all’ultimo cenacolo è risultato affetto da questa fobia. Una sera, di un venerdì 17, di un maggio piovoso dell’anno 2013 (aspetto ridondante per i triscaidecafobici) ben venti adepti si sono incontrati a Mestre, in  prossimità dei 4 cantoni, (ultra-ridondante per i tetrafobici) a leggersi reciprocamente, nell’intento di affermare il primato della scrittura sulla più bieca superstizione. Improbabili storie con protagonisti Andrea e Paolo, coppie omosessuali, rapporti sadomaso, la fine di Mondo e in conclusione, beffarda, la statua di cera Grey, colata dal delirante crogiuolo di Fabio. C’era il pienone venerdì 17 da “Francy e sua sorella”. Il Cenacolo Letterario, nato giusto un anno fa, alla fine del Laboratorio del Tobagi ha via via raccolto nuovi iscritti. Sembra così lontano il tempo in cui così raccontavo i nostri primi incontri:

“Venerdì 20 luglio presso la dimora di Stefania terzo incontro del Cenacolo Letterario. Nell’ampia terrazza al quarto piano uno sparuto gruppo di sopravvissuti si è dato appuntamento per parlare di letteratura (e di cose della vita, che poi è ciò di cui tratta la letteratura). A parte il primo incontro a casa di Elisabetta, che si è tenuto nel parterre esterno della sua casa, i due successivi si sono svolti nelle alte terrazze dove con lo sguardo si domina Venezia (Annalisa) e Mestre (Stefania). L’altra sera i partecipanti, arrivati alla spicciolata, venivano accolti dalla padrona di casa e da chi li aveva preceduti con festosi saluti, ma loro avevano l’occhio sbarrato, l’affanno alla gola e il cuore accelerato per lo sforzo di essersi issati al quarto piano in una afosa sera d’estate. Raggiungevano la ringhiera della terrazza e simulavano un rapimento estatico lanciando lo sguardo oltre l’orizzonte in attesa che rientrasse nella normalità la frequenza cardiaca e respiratoria. Dopo di che arrivavano al desco, salutavano con ritrovato slancio e si dedicavano all’assaggio dei cibi e dei vini ritrovando la consueta convivialità. Curiosa questa coincidenza di trovarsi ai piani alti, quasi ci fosse l’intento di ottenere un punto di vista largo che spazia e comprende. Eravamo in cinque: oltre il sottoscritto, Stefania, Elisabetta, Franco e Luisa.”

Venerdì 17 eravamo in venti, non più collocati su svettanti altane. Non essendoci consentito il punto di vista largo l’abbiamo sostituito con molteplici e diversi punti di vista.

2 pensieri su “EPTACAIDECAFOBIA

  1. Marianna

    Che bellezza!Peccato non esserci, vediamo se il prossimo riesco a venire e magari anche con uno scritto tra le mani (sono a corto di penna ultimamente…). A presto e grazie per l’aggiornamento e la condivisione.

  2. Paolo Gallina Autore articolo

    Ti aspettiamo.
    “Sono a corto di penna ultimamente…” come deve essere interpretato? Una semi-nativa digitale come te conosce l’uso delle penna? Ma dai, non ci posso credere. Un tablet con una bella tastiera virtuale lo vedo molto più coerente con la tua identità! O forse volevi dire (metaforicamente) che sei un po’ a corto di idee ultimamente? Per il prossimo incontro un testo di 200 parole, dai che ce la fai.
    Ti aspettiamo.

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