Sentito questa mattina sul ponte di Calatrava a Venezia.
“E ‘ora, go da ‘ndar su ‘stó sito?”
Una matura dialettofona saliva con cautela e circospezione sugli infidi scalini innevati parlando al telefono. Chiedeva al proprio interlocutore se era necessario visitare un certo sito in internet per trovare una qualche informazione. Mi ha colpito quella parola sito a fine frase. Da notare che la parola sito è foneticamente uguale in lingua come in dialetto.
In epoca pre-internet (secondo il Sabatini Coletti) sito è termine letterario per “luogo”, oppure burocratese per “situato”. Quindi trovarlo in bocca a una dialettofona di mezza età mi è sembrato dissonante. Un termine alto nella variante diastratica e (visto il dialetto veneto) anche diatopica. Probabilmente dieci anni fa quella parlante non avrebbe avuto a disposizione nel proprio vocabolario la parola sito e così non avrebbe diffuso (in chi accidentalmente la ascoltava) quella sensazione di cortocircuito linguistico che ho avvertito stamattina.
Probabilmete dieci anni fa tu avresti detto “Una vecchia parlando in dialetto…”
Cosa vorresti dire? Che leggendo il post hai avvertito un cortocircuito linguistico? 🙂
Diciamo che “Matura dialettofona” e “quella parlante” mi hanno fatto girar la testa. A pensarci bene, l’insieme risulta comico.
Al mercato di Rialto ho sentito una signora dire ad un’altra ” el dottor me ga’ trova’ el fegato” , ma questa e’ un’espressione dei tempi andati.
Sì, sono d’accordo, anche a me la frase in dialetto che termina con “sito” mi è risultata comica.
Ma forse tu vuoi dire che a risultare comiche sono state le mie frasi.
Ho davvero sentito quella frase e ho voluto raccontare l’incontro e le sensazioni che mi aveva procurato. L’ho percepito come un fenomeno linguistico interessante e quindi, per l’analisi, ho utilizzato una terminologia linguistica.
Hai ragione dieci anni fa avrei scritto “una vecchia parlando in dialetto…” perché all’epoca non avevo nemmeno la poca competenza linguistica che ho adesso. 🙂